Ecco un modo per tentare di rendere conto di cosa si tratti del funzionamento del sapere in seduta: non sta da una parte sola, ma in un intrico tra chi parla e chi ascolta. Ascoltare senza tradire, esplorare congetture che si estendono tra il falso e il meno falso. Il falso è una categoria importante in seduta, a partire da ciò che il soggetto dice, fino al legame che si instaura con l’analista, e che Freud descrive come avente le caratteristiche di “falso nesso”.
Arrivare all’osso, a ciò che non può più subire ulteriori modifiche, sviluppi, inviluppi, alla propria verità? a mangiare il proprio kakon, il proprio Es , come rileva Recalcati. E’ ancora nel falso, può darsi, ma è ciò in cui riconoscersi, e sostenersi, finalmente.