L’Identità in Psicanalisi.Considerazioni Estive

Bello è passeggiare nella città che si svuota.Le luci sono più dolci,le prospettive delle vie più libere,i palazzi e monumenti si offrono allo sguardo.

Ricordo la desolazione delle costruzioni nel centro città durante il vuoto del Covid.

Sole,si ergevano senza motivo; è l’anima delle persone che vivono gli spazi a fare la città…E il gioioso svuotarsi dovuto alle vacanze reca la promessa:torneremo!torneremo! Più vivaci e vitali!

Come si sostiene l’identità senza i luoghi in cui si è vissuto?

Grande questione che si pone ai vecchi che devono lasciare la propria abitazione.In silenzio,vivono i loro drammi senza magari nemmeno riconoscerne la ragione,attorniati da persone che nel migliore dei casi si occupano del benessere materiale , e diventano dei “left behind” (termine coniato per i figli delle madri che emigrano affidandoli ai nonni)…

Anche l’immigrazione produce effetti di straniamento dovuti al non riconoscersi nei luoghi.

E non solo quella esterna,anche l’immigrazione interna scuote l’identità del soggetto.

Perchè gli italiani stanno tra loro, così i cinesi, gli islamici,gli indiani….cosa significano termini come “integrazione” ?

Chi ,e a cosa, e a chi, ci si deve integrare?

Che significa integrarsi?

 

Termini che diventano di uso comune senza che se ne comprenda la sfida che recano, e l’insensatezza che contengono…..

Parecchi modelli hanno messo in atto i Paesi Europei negli anni…i risultati sono visibili…così come sono interessanti le tensioni che sostengono tali modelli : che vanno dalla chiusura identitaria al lavoro di riconoscimento dell’alterità…..Il malessere è diffuso..

l’Altro non è come ( lo ) si vorrebbe.

 

 

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