Vita di Coppia 2 /Continuazione

Come fa notare un lettore  commentando i precedenti post “Mi innamoro di chi mi è uguale o diverso?” e “Vita di Coppia”,: ma se ci piace colui o colei in cui ci rispecchiamo, allora finisce la specie…cioè, se ci alleiamo con il simile, dove è l’evoluzione, il cambiamento, il rinnovamento, dove e’ l’incontro con l’altro da sè?

A questa osservazione la psicanalisi dedica molto interesse teorico ,basandosi sulle osservazioni della pratica clinica in studio.

Vediamo quindi che l’innamoramento è basato sull’identificazione,   anche inconscia, del soggetto ad un tratto anche minimo di un altro: una particolare  luce degli occhi per esempio. Ed è un rispecchiamento all’altro  preso come simile, come uguale  .C’è identificazione.

Questo è l’aspetto narcisistico dell’incontro della coppia. Mi innamoro dell’altro in quanto simile. Mi rispecchio nell’altro.

Ma si vada a vedere il mito di Narciso.

Narciso rispecchiandosi nell’acqua della fonte vede un viso di rara bellezza di cui si innamora, non lo riconosce come proprio e lo contempla disinteressandosi completamente del mondo intorno, fino a morirne.

L’aspetto narcisistico dell’amore è mortifero, ci dice la teoria psicanalitica basabdosi sulla pratica clinica.

E tutto il lavoro d’amore a cui si accennava nel primo post è quello per giungere a cogliere almeno un po’ dell’altro in quanto altro (da sè).

Questo è il lavoro d’amore in ciò che  va oltre all’innamoramento.

E quindi arriva nel dopo, non c’è all’inizio.

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